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Locandina Lampi di Genio
Locandina Letizia Battaglia
Locandina Sguardi di Lelli e Masotti
Locandina Nouvelle Vague3
Locandina Antonioni e Vitti
Locandina Stories from the Rooms
Manifesto Sukita
Manifesto Savini
Manifesto Gallotta
Manifesto Pedriali
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La Mostra

icona viii edizione 2024

Biglietti Mostra

Intero: 10 euro

Ridotto: 8 euro
Scolaresche: 5 euro

Gratuito: fino ai 13 anni

Per richieste diverse scrivere a info@tempimodernidee.com e leggi le FAQ – Domande frequenti.

Orari Mostra

A seguito della grande risposta del pubblico la Mostra resta aperta tutti i giorni.
Dal Lunedì al Venerdi:
ore 9.30 – 13.30 / 16.30 – 20.30
Sabato e festivi: ore 10.30 – 20.30

Biglietteria mostra

Palazzo Fruscione

Vicolo Adelberga 24, 84121 Salerno

e online su TicketSMS

logo TicketSMS
Palazzo Fruscione - Disegno © Roberta Coralluzzo alkestudio.it

Palazzo Fruscione

Cortile di Palazzo Pinto - Disegno © Roberta Coralluzzo alkestudio.it

Corte di Palazzo Pinto

Morticelli - Disegno © Roberta Coralluzzo alkestudio.it

Chiesa di San Sebastiano del Monte dei Morti

Archivio di Stato - Disegno © Roberta Coralluzzo alkestudio.it

Cappella San Ludovico dell’Archivio di Stato di Salerno

Cappella di Sant'Anna - Disegno © Roberta Coralluzzo alkestudio.it

Cappella di Sant’Anna in San Pietro a Corte

San Pietro a Corte - Disegno © Roberta Coralluzzo alkestudio.it

Ipogeo in San Pietro a Corte

Letizia Battaglia

Una vita come un cazzotto, come una carezza.

di Paolo Falcone
Curatore Mostra

Letizia Battaglia oggi ha assunto una fondamentale valenza nella storia della fotografia internazionale. In Une histoire mondiale des femmes photographes, di Luce Lebart e Marie Robert, Laetitia Guillemin ricorda Letizia Battaglia soprattutto negli anni della sua collaborazione con il quotidiano L’Ora di Palermo, durante la sanguinosa guerra di Mafia degli anni Settanta e Ottanta.

La fotografia arriva per Letizia Battaglia grazie a una serie di elementi fortuiti e diventa un importante strumento per la sua emancipazione di donna e di madre.

Attraverso le immagini di Letizia Battaglia sono consegnate alla storia alcune delle pagine più sanguinose, poetiche, struggenti e drammatiche della Sicilia. Ma questa selezione si apre ad un universo di fotografie realizzate fuori dalla sua terra, tappe di viaggi fondamentali per comprendere in modo più profondo l’opera e il pensiero della Battaglia nella sua integra rappresentazione. Fotografia, cronaca e vita privata confluiscono in unico percorso che mette in luce la straordinaria sensibilità e umanità della fotografa palermitana.

Con questa mostra si mantiene la tradizione di rompere gli schemi, cancellare i temi, ignorare le cronologie e costruire un’opera polifonica, la più rappresentativa possibile, in grado di offrire una visione unitaria di un lavoro durato quasi cinque decenni.

Fotografia e vita quotidiana confluiscono in unico percorso che mette in luce la straordinaria sensibilità visiva, il coraggio di essere a “distanza di un cazzotto o di una carezza” per conquistare l’immagine, spesso ottenuta in contesti estremi, ma sempre piena di dignità.

BIOGRAFIA

Letizia Battaglia

Letizia Battaglia, nata a Palermo il 5 marzo 1935, è tra le prime donne fotoreporter italiane. Nel 1969 inizia a collaborare in qualità di giornalista per il quotidiano L’Ora di Palermo, sperimentando per la prima volta l’utilizzo della macchina fotografica.

Nel 1971 si trasferisce a Milano dove ha l’occasione di fotografare il fermento culturale intorno alla Palazzina Liberty e intellettuali come Pier Paolo Pasolini e Franca Rame. Fotografa, inoltre, per il settimanale ABC (allora diretto da Ruggero Orlando), il periodico Os e le riviste Le Ore, Homo, Duepiù e Vie Nuove. Tornata a Palermo dirige dal 1974 al 1991 il team fotografico de L’Ora e fonda con Franco Zecchin il gruppo Informazione Fotografica e il Laboratorio d’IF. In questo arco di tempo Letizia Battaglia diventa una delle principali testimoni delle guerre di mafia e fotografa alcuni tra gli episodi più cruenti della storia repubblicana quali omicidi di magistrati, poliziotti e personaggi politici, sviluppando, al contempo una sensibilità fotografica verso le donne, le bambine e i bambini siciliani che vivono in condizioni di miseria e povertà. Per la sua militanza nell’antimafia, nel 1977 co-fonda il Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato insieme a Umberto Santino, Anna Puglisi, Franco Zecchin e altri.

Tra gli anni Settanta e Ottanta frequenta il corso di regia della scuola teatrale Teatés diretta da Michele Perriera e dirige spettacoli e laboratori teatrali all’ospedale psichiatrico di Palermo. È la prima donna europea a ricevere nel 1985 a New York il W. Eugene Smith Grant per la fotografia sociale, ex aequo con Donna Ferrato.

Nel 1986 sente l’esigenza di dedicarsi alla politica e si candida a Palermo come consigliere comunale nella lista dei Verdi. Nel 1987 diventa assessore alla Vivibilità Urbana nella giunta di Leoluca Orlando e nel 1991 è deputato regionale con La Rete.

Nel 1992 con l’assassinio dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino decide di non volere più fotografare crimini mafiosi.

Sperimenta anche il ruolo di editore: nel 1986 fonda il mensile di cultura e politica Grandevu – Grandezze e bassezze della città di Palermo, nel 1991 co-fonda con Simona Mafai e altre donne Mezzocielo – bimestrale pensato e realizzato da sole donne e nel 1992 la casa editrice le Edizioni della Battaglia.

Nel 1999 a San Francisco viene premiata con il Mother Jones Photography Lifetime Achievement Award per la fotografia documentaristica. Nel 2007 riceve il Dr. Erich Salomon Award dalla Deutsche Gesellschaft für Photographie di Colonia. Nel 2009 viene nuovamente premiata a New York con il Cornell Capa Infinity Award. Viene segnalata per il Nobel per la Pace dal Peace Women Across the Globe ed è l’unica italiana inserita dal New York Times tra le undici donne più rappresentative del 2017. Nel novembre dello stesso anno fonda a Palermo il Centro Internazionale di Fotografia sito ai Cantieri Culturali della Zisa e lo dirige fino alla fine dei suoi giorni.

Nel 2020 Letizia Battaglia realizza un servizio fotografico per Lamborghini in occasione della campagna pubblicitaria With Italy for Italy.

Tra il 2020 e il 2021 racconta la storia della sua vita al suo amico regista Roberto Andò, il quale ne realizza un film in due puntate dal titolo Solo per passione – Letizia Battaglia fotografa trasmesso in Italia su Rai Uno nel mese di maggio 2022.

Nel 2021 fonda insieme ai nipoti Matteo e Marta Sollima l’Associazione Archivio Letizia Battaglia con l’obiettivo di promuovere e tutelare il suo lavoro.

Letizia Battaglia scompare nella sua casa di Palermo il 13 aprile 2022 circondata dall’affetto dei suoi cari.

La cura del suo archivio è affidata all’Archivio Letizia Battaglia.

Solo per passione

di Lia Pasqualino

Nel corso del tempo ho fatto molti scatti a Letizia, e li considero tutti abbastanza riusciti, nel senso che posso riconoscere in ognuno di essi qualcosa che la riguarda, e che contemporaneamente riguarda me, il nostro legame. Quando ho cominciato a frequentarla non sapevo nulla della sua vita eccezionale, conoscevo solo il suo lavoro straordinario per il giornale L’Ora. Per me era già un mito.

Mi piaceva il suo modo di essere diretta, la sua forza, la sua libertà. E anche il suo modo di prendersi cura dei deboli e dei giovani – c’erano sempre ragazzi e ragazze intorno a lei. Palermo, occupata dalla mafia, viveva la sua stagione peggiore e lei era infaticabile e trascinante nell’energia con cui si faceva promotrice di una certa idea della fotografia, e nella ostinazione con cui metteva insieme vita, fotografia, femminismo, lotta civile. Averla incontrata all’inizio della mia attività è stata una grande fortuna.

Le devo molto. E le sono infinitamente grata per la dolcezza con cui ha vigilato sul mio pudore iniziale. Ora che Letizia non c’è più, non riesco ad abituarmi all’idea di non poterla più chiamare, di non poterla più andare a trovare, di non sentire più la sua voce.

Ci sono assenze con cui non si riesce mai a fare i conti. Prima che lei ci lasciasse, Roberto le ha dedicato un film televisivo in due puntate, Solo per passione. Letizia Battaglia, fotografa, in cui all’inizio e nell’ultima parte compare lei, straordinaria attrice di sé stessa, com’era sempre. In quell’occasione, sul set, ho fatto molte delle fotografie che sono esposte in questa stanza di ritratti con cui cerco di compiere un’impossibile cerimonia di congedo, trattenendola ancora un po’ vicino a me.

Quello che veramente ami rimane

di Roberto Andò

L’ultima volta che ho visto Letizia sono andato a casa sua con il mio fonico, Carlo, per registrarne la voce mentre recitava una poesia di Ezra Pound, versi bellissimi che cominciano così: Quello che veramente ami rimane. Versi che parlano della ricomposizione di un’anima, del lungo viaggio attraverso il tempo che ogni anima compie. Avevo già inciso la sua voce che diceva quei versi ma riascoltandola in moviola a distanza di giorni l’avevo trovata affrettata e quasi distaccata.  Così le avevo telefonato e avevamo deciso di rifare la registrazione.  Il giorno dell’appuntamento era una domenica cupa e, come sempre, le giornate cupe, col cielo velato da grandi nuvole nere, a Palermo sembrano luttuose, se non addirittura ingiuste e punitive.

Alla porta ci accolse Shobha, sorridente, e ci guidò sino alla camera da letto, poi ci lasciò soli. Letizia era seduta alla scrivania, e stava guardando dei negativi. Era molto stanca ma sembrava anche piena di energia. Che cosa cerchi nella mia voce, gioia? mi chiese. E io le risposi che volevo sentire quanto fossero importanti per lei quei versi, e speravo che il tono fosse confidenziale, quasi sussurrato all’orecchio dello spettatore.  È il finale del film, il tuo modo di chiudere la storia della tua vita per gli spettatori che non la conoscono. Ho capito, ho capito, ripeté lei, e guardò seria Carlo, che nel frattempo aveva tirato fuori i suoi strumenti e stava posizionando il microfono. Di dove sei, tu? gli chiese Letizia. Di Trento, rispose lui. Allora non lo capisci il siciliano, commentò lei, dispettosa. Carlo mi guardò preoccupato, come se temesse una qualche insidia nascosta in quella frase, e io lo rassicurai. Non importa che Carlo parli il siciliano, precisai. E lei, docile, annuì e atteggiò un sorriso monello. Dopo poco, eravamo già al lavoro. Letizia tentò una prima lettura ma non era abbastanza dolente. E io glielo feci notare. Hai ragione, è ancora distaccata, invece questa poesia per me è stata molto importante, mi ha accompagnato per tanti anni, la sapevo quasi tutta a memoria, e si accese una sigaretta. In silenzio, rilesse qualche verso e poi disse: Dai, andiamo, provo a farne un’altra. Ma rimase ancora un po’ zitta, come cercando un punto di fuga invisibile. E io in quegli attimi ricordai il suo racconto di quando aveva incontrato Ezra Pound a Mestre, con Emilio Isgrò. Lo aveva fissato e aveva visto un uomo vecchio con una grande barba, l’espressione assente, umiliata.  Poi anche lui, il grande poeta, improvvisamente, aveva alzato lo sguardo e, per un attimo irripetibile e intensissimo, i loro occhi si erano incontrati. E lei era scoppiata a piangere.

Dai, sei pronto, ne faccio un’altra, tutta di seguito, disse ancora lei. E cominciò a recitarla come se la dicesse solo per me e Carlo, come se fosse una confessione, una rivelazione o un segreto.

Quello che veramente ami rimane,

il resto è scorie

Quello che veramente ami non ti sarà strappato

Quello che veramente ami è la tua vera eredità

Il mondo a chi appartiene, a me, a loro

O a nessuno?

Era arrivata alla fine tutto d’un fiato, senza un errore, senza tentennamenti o cambi di tono. Un solo respiro, vibrante, asciutto, a tratti veemente. Quando diedi lo stop alla registrazione, ci fu un lungo silenzio, e ci guardammo tutti e tre commossi. Per me questa va benissimo, aggiunsi poi io. Sei sicuro, gioia? Se vuoi la rifaccio, non voglio che ti accontenti. Meglio di così non può venire, dissi. E la andai ad abbracciare. Letizia si lasciò stringere, poi sussurrò, stai tranquillo, non muoio, e mi sorrise.

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