Venerdì 9 Luglio ore 20.30
IMMAGINARIO NEWYORKESE Lectio con Alfonso Amendola Premessa di Jessica Camargo Molano • TALK –...
Hotel dei grandi immaginari, cosmopolita, lussuoso, decadente, innovativo. Del newyorkese Chelsea Hotel vogliamo raccontare il turbinio di volti, accadimenti e fermenti. Il suo essere spazio di arte e vita (che come nella miglior tradizione di fine Ottocento sono unica e potente tensione d’essere al mondo). Racconteremo uno spazio dove non ci sono differenze, non ci sono censure, non ci sono settori distanti. Uno straordinario cantiere progettuale ed emozionale in stile “gotico visionario”. E lo faremo attraverso 10 racconti che a partire da alcuni illustri “frequentatori” del Chelsea Hotel diventano per noi, anche la cromatica occasione per contornare l’immenso immaginario newyorkese: dalla dimensione cinematografica e letteraria, alla scelta musicale (la temperie del Punk, la poetica ineguagliabile di Bob Dylan e Leonard Cohen), dalla centralità di Andy Warhol all’eversiva Beat Generation, passando per l’ineguagliabile figura del poeta Dylan Thomas. Storie che si rincorrono, s’intrecciano, si evocano e si rimandano in un’esaltante girandola di suoni, immagini e parole. 10 racconti che ci faranno entrare nel tessuto visionario di questo Hotel, registrandone infiniti frammenti sonori e visivi. Ci piace immaginare il Chelsea Hotel e la sua radice newyorkese come un vulcano vivo e pulsante, un teatro perpetuo, che ha dentro di sé una dinamicità inesauribile. E nel raccontare queste 10 storie tenteremo di cogliere l’attimo, il sommovimento instabile, il ritrovarsi in un flusso a-temporale di una grande vitalità creativa. Tante le voci “narranti”: con Alfonso Amendola (Direttore Scientifico “Tempi Moderni” e docente di Sociologia dei processi culturali, Università degli Studi di Salerno) e Jessica Camargo Molano (dottoranda in Mente e Tecnologia nella società digitale, Università “UniNettuno” di Roma) ci affacceremo alle finestre dell’hotel newyorkese per volgere lo sguardo sugli scrittori del Novecento con un punto d’inizio dedicato a Dylan Thomas. Sergio Brancato (docente di Sociologia e Storia dei media, Università degli Studi di Napoli “Federico II”) Stefano Cristante (docente di Sociologia della comunicazione, Università del Salento) e Marco Serino (Assegnista di ricerca, Università degli Studi di Napoli “Federico II”) ci porteranno nella Factory di Andy Warhol, ai suoi inizi proprio all’interno del Chelsea Hotel. Ancora, un viaggio nell’universo punk con Lucio Spaziante (docente di Semiotica, “Alma Mater Studiorum” Università di Bologna), Manolo Farci (docente di Sociologia della comunicazione e dei media digitali di Urbino) e Linda Barone (docente di Lingua inglese, Università degli Studi di Salerno). Le regole e il gioco, ovvero le due facce del modernismo cinematografico. Questo il titolo della prestigiosa Lectio del Prof. Francesco Casetti (Sterling Professor of Humanities and Film and Media Studies, Yale University) con l’introduzione di Pina de Luca (docente di Estetica all’Università degli Studi di Salerno). “Tra le sue molte figure chiave, viene spontaneo rivolgere l’attenzione a Andy Warhol—un distruttore di regole che ha creato forme fortunate, un avanguardista subito assorbito nel sistema, un iconoclasta-iconofilo. Che cosa ha “decostruito” Warhol, se ha “decostruito” qualcosa? La risposta che proverò a dare sarà controintuitiva. Come dimostrano bene i suoi “Screen Test”, Warhol ha provato a decostruire quello che al cinema sta più a cuore, e cioè non l’arte, ma la realtà stessa delle cose e dei corpi. Nel far questo in qualche modo è andato incontro a un fallimento—i suoi film sono estremamente interessanti, ma anche insopportabili. Ma è proprio questo fallimento che gli da un posto nel modernismo cinematografico.” (Francesco Casetti). Ernesto Assante (critico e giornalista musicale, scrittore) completerà poi la “quaterna” (con Massarini, Cotto e Bertoncelli) dei critici e storici della musica, con un racconto inedito sulla poetica di Tom Waits. La voce di Davide Speranza (giornalista) e la chitarra di Gian Marco Volpe (polistrumentista) con un tracciato video dei disegni di Luigi Mascolo (disegnatore) ci porteranno nel mondo del grande scrittore americano, Raymond Carver, partendo dal suo legame concettuale con l’Universo abitato del Chelsea Hotel. A seguire, Rosa Sessa (assegnista di ricerca, Federico II di Napoli) con l’introduzione di Daniele Battista (dottorando di ricerca, Università di Salerno) in un seminario per raccontare la dimensione architettonica del Chelsea Hotel, tra tensione utopica, grandi immaginari e spazio dell’abitare. L’incontro, che sarà introdotto da una breve riflessione sul tema dell’utopia, è anche un “pretesto” per definire a grandi linee la narrazione delle architetture statunitensi. Corrado de Rosa (Psichiatra e Scrittore) ancora con la chitarra di Gian Marco Volpe e la voce narrante di Brunella Caputo (attrice) ci porterà all’interno della stanza n. 100 per scoprire i segreti della morte di Nancy Spungen e del pugnale di Sid Vicious. Infine, Maria Passaro (docente di Storia dell’Arte contemporanea, Fonti e linguaggi dell’arte Contemporanea e Storia della Fotografia all’Università degli Studi di Salerno) con l’introduzione di Alfonso Amendola, in una lectio sul celebre fotografo italiano Ugo Mulas. “Il Chelsea Hotel è, per lui un luogo magico, con i suoi rossi mattoni e le sue balconate in ferro battuto. Mulas frequenta i suoi abitanti, i suoi amici artisti i quali si offrono al suo sguardo. Uno sguardo che fa chiarezza, capace di comunicare un momento di grazia, un’energia nascosta, un’istanza umana e artistica”. Un percorso nel mondo della cultura newyorkese rotante intorno i mattoni rossi del Chelsea Hotel, che culmina, come ultimo incontro, con il Seminario di Studi Il progetto Culturale con Guglielmo Pescatore (docente di Culture dell’intrattenimento, “Alma Mater Studiorum” Università di Bologna) Giacomo Manzoli (Direttore del Dipartimento delle Arti, “Alma Mater Studiorum” Università di Bologna) e Roberta Paltrinieri (docente di Sociologia della cultura, “Alma Mater Studiorum” Università di Bologna) come racconto corale dedicato alla cultura. Uno sguardo trasversale e onnicomprensivo sul pensare la cultura tra saperi, conoscenze, didattica, innovazione, politiche territoriali, patrimoni, istituzioni, pianificazione strategica, sistemi complessi, immaginari, consumi, marketing e comunicazione.
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